Ancora a Milano e ancora a Palazzo Reale, una particolarissima mostra che lascia il segno.
Dal 27 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 si svolge “Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima”, una mostra curata da Francesca Alfano Miglietti.
Oltre cento opere, tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, installazioni e video, firmate da più di trenta artisti acclamati a livello internazionale offrono allo spettatore un’occasione di riflessione sui mutamenti che il corpo umano ha subito nella società contemporanea, da “corpo vero” a “corpo dello spettacolo”.
Lungo l’ampio percorso espositivo la documentazione delle performance della Body Art, in cui il corpo è assoluto protagonista delle azioni dell’artista, si affianca alle opere dell’Iperrealismo, dove il corpo viene rifatto in maniera talmente mimetica da instillare nel pubblico il dubbio circa la sua realtà. Il corpo è protagonista anche laddove semplicemente evocato attraverso le sue tracce, i suoi resti, i suoi rivestimenti, che testimoniano la transitorietà e la precarietà dell’essere umano.
“Il confine tra reale e immaginario è sempre meno riconoscibile”, suggerisce la curatrice. “Tanto da assorbire la realtà dentro uno schermo, come dimostra l’ossessiva presenza degli schermi nella nostra vita. Schermi piatti delle televisioni e dei computer, dei videogiochi, degli smartphone. Lo schermo annulla la distanza tra lo spettatore e la scena, lo invita a immergersi dentro, gli offre una realtà a portata di mano, ma su cui la mano non ha alcuna presa”. Posizioni realiste, fino a sconfinare in un lieve nichilismo: ma testimoni di una lucida visione, straordinariamente documentata dalle opere scelte per questa mostra.
Dalle opere di iperrealisti storici, si approda ad altre tipologie narrative, dove il corpo è evocato più che rappresentato, dove sembra essere svanito lasciando solo le tracce del suo esserci stato; l’essere umano viene evocato attraverso i suoi abiti, oggetti del suo lavoro o del suo essere nomade, così come i frammenti corporei, e la sua mutazione, che rispecchiano le mutevoli condizioni sociali del mondo contemporaneo.
Concepita inizialmente come un progetto sulla Body Art con Lea Vergine, “Corpus Domini” ha poi preso una strada diversa, allargando il campo, fino ad arrivare a una delle opere più forti del contemporaneo in Italia, quel “Muro Occidentale o del Pianto” di Fabio Mauri che è una sorta di grande altare dolente al centro dell’esposizione.
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