A Palazzo Martinengo a Bescia, prosegue dopo l’interruzione pandemica, l’attualissima mostra dedicata alla rappresentazione della Donna nell’Arte dal Cinquecento fino alla Belle Époque.
Il percorso espositivo presenta oltre 90 opere, ed è suddiviso in otto sezioni tematiche: Sante ed eroine bibliche; Mitologia in rosa; Ritratti di donne; Natura morta al femminile; Maternità; Lavoro; Vita quotidiana; Nudo e sensualità.
90 i capolavori esposti di artisti quali Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, De Nittis, Zandomeneghi e Boldini che, con le loro opere, hanno saputo rappresentare la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell’emisfero femminile, con un occhio attento anche alla moda, acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
C’è da perdersi tra le donne ritratte: sono quasi tutte dee o personaggi biblici nel Cinque e nel Seicento, diventano nobili dame imbellettate nel Settecento e nell’Ottocento e talvolta, per i pennelli più sensibili al fascino della normalità, anche creature ritratte nella loro vita quotidiana, alle prove della lezione di balletto o a teatro, così come intente a sgranare una margherita o ad andare in visita dai vicini.
Tra molti capolavori degni di nota spicca la nobile bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico proprio in occasione di questa mostra.
Non è l’unica particolarità, infatti “La Maddalena penitente”, un olio su tela di Tiziano proveniente da una collezione privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia, incanta nella cura dei capelli, una cascata di lunghissimi boccoli, e nell’incarnato del corpo sopra la veste quasi trasparente.
Sono esposti anche nudi davvero notevoli come il “Nudo sulla spiaggia” di Gino Piccioni e il “Nudo su lenzuola gialle” di Antonio Rizzi. Eppure, tra tutte queste carni, tra i colori, le acconciature, i vestiti, i frizzi e i lazzi, una delle opere più potenti è un semplice disegno a matita: l’incantevole “Coppia di amanti in piedi” di Gustav Klimt.
Si esce da questa galleria tutta al femminile quasi storditi dal potere ipnotico della bellezza che però non disdegna di sottolinearne un aspetto più ampio portando la donna al centro dell’universo artistico e socio-culturale di ogni epoca.
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